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Emergency è un'associazione italiana indipendente e neutrale.
Emergency offre assistenza medico-chirurgica gratuita e di elevata qualità alle vittime civili delle guerre, delle mine antiuomo e della povertà.
Emergency promuove una cultura di solidarietà, di pace e di rispetto dei diritti umani.
COMUNICATO STAMPA:
02 aprile '07 - Il Comitato Internazionale della Croce Rossa incontra in carcere Rahmatullah Hanefi
Nella giornata di sabato 31 marzo Rahmatullah Hanefi, il collaboratore di Emergency sequestrato dai servizi “di sicurezza” del governo afgano, ha ricevuto in carcere, a Kabul, la visita di rappresentanti del Comitato Internazionale della Croce Rossa, del quale apprezziamo la collaborazione. Ci pare evidente che non aver fatto incontrare Rahmatullah con Emergency costituisca, ben più che uno sgarbo, un gesto di aperta ostilità nei confronti di Emergency, sulla quale si vogliono scaricare tensioni politiche interne ed esterne che con Emergency, in verità, nulla hanno a che vedere. Si tratta anche di una inadempienza, dal momento che un protocollo sottoscritto da Emergency con il ministero della giustizia afgano prevede che la nostra associazione visiti i detenuti in ingresso nelle carceri afgane nelle quali gestisce delle cliniche. L’attività di Emergency in Afganistan non è intesa a compiacere qualche governo o qualche autorità, ma soltanto a rispondere ai bisogni di feriti e malati. Non è pertanto modificabile da circostanze esterne e ad essa non direttamente connesse. Questa attività, ovviamente, può avere luogo solo nelle condizioni che ne consentono lo svolgimento: non ha alcuna funzione simbolica o “di rappresentanza” che ne giustifichi la durata “comunque”. Si svolge grazie al sostegno di un gran numero di donatori che di null’altro ci incaricano che dell’impegno a salvare vite umane. Continueremo in queste attività finché saranno possibili, ma soltanto se saranno possibili. Se in Afganistan essere dipendenti di Emergency costituirà un inedito titolo di reato, non sarà possibile a Emergency continuare quella parte delle sue attività che si svolge in Afganistan. Vogliamo evitare questa situazione esclusivamente per la consapevolezza che l’assenza o la sospensione di questa onerosa attività sarebbe di grave, irrimediabile danno per feriti e malati.
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