Il film ricostruisce la vicenda dell'avvocato Ambrosoli e della sua opposizione al «salvataggio» della Banca Privata Italiana di Michele Sindona. Ambrosoli verrà ucciso da un killer nel 1979. Michele Placido, oltre che un attore un po' ruspante, è un regista sensibile e mai volgare.
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Questo film, a esempio, poteva essere un epigono di un genere superato dai tempi, ma lo stile di Placido è assai diverso da quello - mettiamo - di un Ricky Tognazzi.
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Aiutato da una magistrale fotografia di Luca Bigazzi (una Milano fredda e angosciante), Placido evita solo in parte le due trappole principali del cinema politico all'italiana, ossia gli attori-sosia e il senno di poi, ma almeno non alza la voce e dirige gli attori (compreso se stesso) con cura amorevole. Bentivoglio esibisce una quieta ostinazione perfetta per il personaggio.
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